Dietro l’eleganza rinascimentale di Firenze si nasconde una storia intricata di territori, comunità e astuzie popolari.
Dalle conquiste del contado alla divisione in 4 Quartieri dai 4 colori, fino alle curiose truffe per aggirare i dazi cittadini, un piccolissimo viaggio tra storia amministrativa e tradizione, che ci ricorda come l’identità fiorentina sia il frutto di conquiste territoriali, ingegno e un pizzico di ironia.

Dal Distretto al Contado

Nella sua fase repubblicana, quando Firenze conquistava nuovi territori, questi diventavano parte del distretto fiorentino, mantenendo però il diritto di eleggere i propri amministratori e di tenersi le proprie leggi e statuti con gli altri privilegi di cittadinanza.

Quel territorio, che non era nè conquistato nè sottomesso, ma che entrava a far parte del Comune, era detto Contado. Gli abitanti del contado godevano delle stesse prerogative di cittadinanza dei cittadini fiorentini ed erano soggetti alle stesse leggi.

Dai Sestieri ai Colori dei Quartieri di Firenze

Quando poi Firenze fu divisa in Sestieri e poi Quartieri, questa stessa suddivisione fu applicata anche al contado per ragioni amministrative e giudiziarie. I quartieri erano (come dice il nome stesso) quattro:

Il Quartiere di San Giovanni (Verdi) comprendeva il contado ad est dell’Arno, andava da fuori Porta San Gallo verso Fiesole e Pontassieve fino a Cascia, Pian di Scò, Terranuova Bracciolini e Loro Ciuffenna. Includeva anche Bibbiena, Raggiolo e Castel S. Niccolò in Casentino.

Il Quartiere di Santa Croce (Azzurri) includeva il contado a sinistra dell’Arno: si estendeva da fuori Porta Romana e San Niccolò e arrivava fino a Montevarchi passando per valli dell’Ema, della Greve, della Pesa e dell’Ambra.

Del Quartiere Santa Maria Novella (Rossi) faceva parte quel tratto di contado alla destra dell’Arno che da Porta San Gallo a Porta al Prato e includeva S. Stefano in Pane, Cercina e Marcioli fino a Firenzuola da una parte e Fucecchio dall’altra.

Infine, Il Quartiere di Santo Spirito (Bianchi) abbracciava il fra Porta Romana e San Frediano, continuando sulla riva sinistra dell’Arno fino alla foce dell’Elsa fuori San Miniato, poi si estendeva verso Gambassi, Montaione e Colle Val d’Elsa e raggiungeva il punto più a sud di tutto il contado fiorentino: Poggibonsi.

Arezzo, Sansepolcro, Cortona, Montepulciano, Prato, Pistoia, Pescia, Volterra, S. Gimignano, parte del Casentino e la Romagna Granducale erano tutte parte del distretto di Firenze.

Le prime Province e i Compartimenti

Durante il periodo lorenese, la Toscana raggiunse la sua massima espansione e fu quindi divisa in tre province: Fiorentina, Pisana e Senese.

In seguito, nel 1825, il granducato fu diviso in cinque compartimenti:

Compartimento di Firenze: Firenze, Fiesole, Pistoia, Volterra, Pescia, San Miniato;
Compartimento di Pisa: Pisa, Livorno, Piombino, Portoferraio;
Compartimento di Siena: Siena, Colle Val d’Elsa; Pienza, Montalcino;
Compartimento di Arezzo: Arezzo, Chiusi, Cortona, Montepulciano;
Compartimento di Grosseto: Grosseto, Massa Marittima, Orbetello.

Dopo l’annessione di Lucca nacquero nuovi compartimenti: Lucca e Pistoia.

I Distretti e le Comunità toscane

Ogni compartimento era suddiviso in:

Distretti, per scopi amministrativi ed elettorali, insieme di Comunità.

Circondari, per scopi giudiziari e governativi, insieme di Preture.

Il Distretto di Firenze includeva le seguenti comunità: Firenze, Borgo S. Lorenzo, Empoli, S. Miniato, Fiesole, Figline, Campi Bisenzio, Prato, Rocca S. Casciano, S. Casciano.

Con Firenze Capitale, nel 1865 i confini del Comune (ex-Comunità) furono ampliati con l’abbattimento delle mura trecentesche. Nell’ampliamento molti comuni (comunità) vennero soppressi e annessi a Firenze: Pellegrino da Careggi, Rovezzano, Legnaia, Galluzzo, mentre altri come Scandicci e Bagno a Ripoli rimasero indipendenti.

Le Barriere degli Anziani

Dopo la demolizione delle mura repubblicane, le gabelle, pagate all’ingresso della città, furono sostituite dai dazi sulle merci.

Intorno alla città nacque la cinta daziaria: un linea immaginata per cui si doveva pagare un dazio se si portavano oltre oggetti. Questa cinta comprendeva 31 barriere, cioè stazioni di controllo e pagamento.

Spesso senti gli anziani dei vari quartieri che indicano un posto dicendo: “Lì, alla barriera” che per via Giuliani corrisponde, per esempio, al nuovo sottopassaggio che porta in via Panciatichi a Firenze Nova.

Barriera che era rimasta solo nelle loro menti e che continuano a comprare il Biglietto dell’ATAF per “andare in città”.

I Dazi e le Truffe fiorentine

I cittadini ovviamente fecero di tutto per riuscire ad evitare i dazi, ingegnandosi per riuscire a nascondere o camuffare i vari oggetti.
Si narrano molte storie, alcune anche leggendarie, ad esempio si dice che Pievano Arlotto entrò in città fingendo di portare un morto in una bara quando in realtà all’interno c’era un maiale, oppure dell’orchestrina che tutti i giorni entrava in città suonando mandolini e chitarre che in realtà erano prosciutti.

Tutto ciò che è stato scritto non ha alcuna pretesa se non quella di intrattere i lettori sulle tipicità fiorentine e siamo pronti aq correggere qualsiasi errore.

grazie

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