Oggi camminavo velocemente per via Porta Rossa a Firenze, sotto i 37 gradi di una domenica dal sole esasperante, cercavo rifugio nelle strade in ombra del centro storico, direzione Palazzo Vecchio: non potevo perdermi il quadro “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

Ne avevamo usato l’immagine come descrizione dell’evento 1° Maggio:
Giornata Mondiale Festa dei Lavorati 1° Maggio
https://www.blu7.it/eventi/1-maggio-festa-del-lavoro-marketing/

Ti racconto questo dettaglio per farti capire il contesto e la mia attenzione: una direzione precisa, il caldo soffocante, il passo lento, ma incalzante.

Passo da via Porta Rossa, perchè è decisamente ombrosa, e mi cattura l’occhio la vetrina qui sotto: oro, un blu forte, una scritta cancellata: oligarchi.

Evidentemente non stavo guardando ad altezza occhi, ma leggermente più in basso.
Mi fermo e parte in me una serie di riflessioni e di osservazioni alla vetrina stessa.

Noto che sulla sinistra la scritta “oligarchi” è volutamente cancellata.

Cerco di capire, ma non ci riesco, a cosa servono questi oggetti color oro o forse non sono di oro.

Poi alzo lo sguardo e vedo la foto di Putin e del Patriarca Kirill, presi forzosamente in uno scatto fotografico ambiguo: si stanno per baciare?

La scritta in viola:
EXPRESSIONS OF GAY PRIDE? “THE CONFLICT IS AN EXTENSION OF A FUNDAMENTAL CULTURE CLASH BETWEEN THE WIDER RUSSIAN WORLD AND WESTERN LIBERAL VALUES, EXEMPLIFIED BY EXPRESSIONS OF GAY PRIDE.” PATRIARCH KIRILL
traduzione
ESPRESSIONI DA GAY PRIDE? “IL CONFLITTO (guerra in Ukraina) È UN’ESTENSIONE DI UNO SCONTRO CULTURALE FONDAMENTALE TRA L’ESTESO MONDO RUSSO E I VALORI LIBERALI OCCIDENTALI, TIPICHE ESPRESSIONI DEL GAY PRIDE”. PATRIARCA KIRILL

Prima di fare una analisi, però, è giusto aggiungere un elemento: la vetrina ferma molte persone.

La vetrina, il marketing e la Comunicazione

La vetrina del negozio è il primo elemento parlante della attività e della proprietà.

Quando mettiamo qualcosa in vetrina esponiamo le nostre idee oltre che i nostri prodotti.

Da qui in poi iniziano le discrezionalità e una serie di domande ovvero:

Devono prevalere gli interessi dell’attività su quelle della proprietà?
Scrivo proprietà perchè ci sono attività fatte di persone e quindi sarebbe semplice dire “le idee del proprietario o propretaria”, ma esistono negozi posseduti da Società e qui l’elemento persona passa in secondo piano, qui chi parla è il management.

Quale delle due voci deve prevalere: la attività o la proprietà?

L’elemento personale può prevalere o occultare lo scopo della attività?

Mi spiego meglio: cosa vende questo negozio? Il negozio Pampaloni, cosa vende? Si capisce?
Ci sono altre belle vetrine, ma questa non serve a comunicare il business della attività e occulta le altre.

Le mie personali osservazioni sulle vetrine e sul marketing

La vetrina è il gancio (hook) più forte che esista per il pubblico di passaggio, quindi va curata in maniera precisa e senza sbavature.
In vetrina si passa un messaggio, uno e uno solo: una vetrina può essere composta anche un insieme di oggetti, come è tipico per una mesticheria, ma il risultato finale deve passare un unico messaggio:
– “ho tutto per la casa”,
– “ho tutto per il fai da te o bricolage”,
– “ho tutte le chiavi di tutte le serrature”
– per i negozi di moda “ho questo tipo di oggetto” oppure ho questa filosofia sui vestiti o sui colori
e così via.
Qui, nel caso in analisi oggi, non si comprende cosa vende il negozio e quale sia il messaggio:
poteva fare la stessa vetrina con delle borse o delle posate?
Forse era più difficile, ma il marketing e la comunicazione non sono semplici.

Il tono di voce della vetrina

Credo che il tono di voce debba essere lineare nel tempo: sussurato, urlato, determinato, aggraziato, scherzoso, ma sempre quello nel lungo periodo.
Il tono di voce della vetrina può, o spesso deve, essere fastidioso, deve provocare per avere la tua attenzione.
Ci sta.
Questo non vuol dire utilizzare un linguaggio scurrile o sopra le righe fino ad essere offensivo o truce.
Sicuramente una azienda può schierarsi su certi argomenti, ma lo deve calcolare prima.

Sempre più spesso si prende posizione sui temi sociali, ambientali, umani, ma va saputo fare.

Bisogna imporsi di essere propositivi e non contro qualcuno o qualcosa, quando questo è possibile.

E’ accettabile quello che sto sostenendo come azienda?

Si, ma solo se ben espresso, argomentato e possibilmente capito da chi passa davanti a quel negozio o davanti a quella pubblicità che saranno per sempre legati a quel brand o a quel negozio.

Ha fatto bene questo negozio a fare questa vetrina?

Non lo so, bisognerebbe prima intervistare la proprietà.
Quello che so è che vorrei che questo messaggio facesse parte di una strategia di lungo termine, ovvero di una serie di campagne dove si schiera a favore di qualche evento importante per far capire che questo non è stato un gesto di impulso, ma una volontà di schierarsi, ora e in futuro, su argomenti dirimenti.

Al prossimo articolo,
Alessandro

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