Giornata internazionale del gatto
Come è nata la Giornata internazionale del gatto
Il 17 febbraio di ogni anno è la Giornata internazionale del gatto. Quanto meno, questo è il giorno dedicato a tutti i gatti in Italia. Ciò avviene fin dal 1990.
La festa del gatto nel mondo
Di giornate dedicate ai gatti ce ne sono diverse, perché non tutti i paesi festeggiano nello stesso giorno.
In Russia la festa dei gatti arriva il 1 marzo, mentre negli Stati Uniti d’America il 29 ottobre.
E il 17 novembre è un giorno esclusivamente dedicato al gatto nero, soggetto storico di pregiudizi e maltrattamenti, derivanti dalle leggende che lo hanno designato come simbolo del demonio ed entità porta sfortuna.
Ma come è nata la ricorrenza del 17 febbraio? Dall’iniziativa della giornalista di Tuttogatto, Claudia Angeletti, la quale propose a lettori e lettrici di scegliere un giorno per festeggiare i gatti.
Vinse la proposta del 17 febbraio, che sembrò una data adeguata per diverse ragioni. In primo luogo, per rompere la tradizione scaramantica che considera il 17 un numero sfortunato e ricondurlo a un senso positivo, come la credenza che i gatti abbiano molteplici vite: 1 vita per 7 volte, per l’esattezza.
In secondo luogo, per conservare le peculiarità del mese di febbraio, da sempre associato a gatti e streghe, come anche al segno zodiacale dell’Acquario, il segno degli spiriti che vivono in piena libertà. Del resto, i gatti sono molto autonomi e “selvatici”, poco inclini a rispettare le regole imposte dagli umani.
I gatti in Italia
Al principio del 2022, l’Oipa ha segnalato 956.308 gatti in Italia, regolarmente muniti di chip, quindi registrati all’anagrafe regionale degli animali d’affezione. In realtà, il dato non dice quale sia il numero effettivo di gatti in circolazione. Molti proprietari non registrano il proprio gatto all’anagrafe e non è detto che le colonie feline siano gestite, per ogni territorio, in modo efficiente.
Infatti, i gatti randagi tendono a vivere in gruppo, nei giardini condominiali e nelle aree verdi urbane. Per legge, una colonia felina è costituita anche da soli due gatti, va tutelata e curata, non può essere spostata (legge 281/91). Questo vuol dire che, idealmente, sono le Asl veterinarie e i volontari a doversi occupare dei felini in libertà, anche registrandoli all’anagrafe.
In Italia ci sono addirittura borgate che fanno della presenza di una vasta colonia felina una sorta di attrazione turistica per gli amanti dei gatti. Questo è il caso della colonia sarda di Su Pallosu, nella provincia di Oristano; del borgo di Brolo, sul Lago d’Orta; di Seborga, in provincia di Imperia.
E c’è anche chi della presenza dei gatti fa un business vero è proprio, come accade per quelle caffetterie che, ispirandosi ad alcuni locali giapponesi, servono caffè e tè ai tavoli, in sale in cui i gatti sostano liberamente.