Giornata Mondiale degli Oceani
Giornata mondiale degli oceani
La Giornata mondiale degli oceani si celebra l’8 giugno ed è stata istituita dalle Nazioni Unite allo scopo di portare l’attenzione di tutti verso una risorsa di inestimabile valore: i mari, per l’appunto.
Essa celebra anche l’anniversario dell’Earth Summit di Rio de Janeiro, che si tenne dal 3 al 14 giugno nel 1992. L’evento fu il primo incontro mondiale dei capi di Stato per discutere delle problematiche relative all’ambiente.
La Giornata mondiale degli oceani: qual è il suo scopo?
La Giornata mondiale degli oceani ha lo scopo di diffondere una consapevolezza universalmente valida: gli oceani sono una fonte di ricchezza, per il bene di tutta la popolazione mondiale e del pianeta, per l’economia e, quindi, è una risorsa da preservare.
In altre parole, l’idea ispiratrice è quella di rendere la cittadinanza mondiale più partecipe delle iniziative, dalle più piccole alle più grandi, che intendono proteggere le acque e gli ambienti marini, con scelte economiche e di vita più sostenibili.
Ma perché gli oceani sono così importanti? Essi producono il 50% dell’ossigeno che abbiamo a disposizione e assorbono l’anidride carbonica. È chiaro che questa funzione, assieme alla biodiversità degli ecosistemi marini e oceanici, fa in modo che le acque contribuiscano all’autoregolazione climatica del pianeta Terra. E di ciò ne beneficiamo tutti.
Ecco perché le azioni per proteggere i mari hanno l’obiettivo di:
- ridurre la quantità di plastica sversata;
- ridurre la quantità di sostanze tossiche che entrano in contatto con l’acqua (es. i solari a composizione chimica);
- rispettare le aree ricche di biodiversità animale e vegetale;
- incentivare pratiche di economia del mare sostenibili.
C’è da tenere in considerazione, tra l’altro, che i mari hanno anche un ruolo significativo per quel che riguarda l’economia dei paesi marittimi. L’Italia ne è un caso tipico.
Così, nei programmi per la protezione degli oceani, c’è spazio per le iniziative di supporto alla cosiddetta Blue Economy. Ne è un esempio il documento Principi per un oceano sostenibile, redatto dall’ONU, che, in 9 principi, riassume le linee guida per una gestione delle attività industriali e commerciali più rispettose degli ecosistemi oceanici.
L’Italia e l’economia del mare
Quanto conta per la nostra Italia l’economia del mare? Moltissimo!
In Italia si trovano 55 siti Patrimonio mondiale e un numero considerevoli di essi è a carattere naturalistico. Compaiono, tra questi, le Cinque Terre, le Isole Eolie, il Parco del Cilento, la Costiera amalfitana, il delta del Po e laguna di Venezia.
Ancora più numerose sono le aree marine protette, da Nord a Sud: sono 29 siti, a cui si aggiungono 2 parchi sommersi.
Inoltre, Union Camera riporta che: “Le imprese iscritte, al 31 dicembre 2020, nei Registri delle Imprese delle Camere di Commercio italiane e operanti nell’economia del mare, ammontano a quasi 209mila, pari al 3,4% del totale delle imprese nel Paese. Se si riduce il campo di osservazione ai soli comuni costieri, le quasi 184mila imprese dell’economia del mare rappresentano il 10% del sistema imprenditoriale.”
E a questo, bisogna aggiungere il fatto che le località costiere italiane trainano il turismo stagionale (e non). È nell’interesse del pianeta, del Mediterraneo e anche del Bel Paese, dunque, trattare con assoluto rispetto una delle risorse più preziose che abbiamo a disposizione per il benessere di tutti.
Da leggere per approfondimenti la Giornata Mondiale delle Tartarughe.