Giornata internazionale dell’alfabeto Braille
Il 4 gennaio di ogni anno ricade la Giornata internazionale dell’alfabeto Braille. L’evento omaggia l’ingegnosa invenzione di Louis Braille, che ancora oggi consente di leggere e scrivere a ipovedenti e non vedenti di tutto il mondo.
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Perché si festeggia la Giornata internazionale dell’alfabeto Braille
La giornata del 4 gennaio celebra l’invenzione dell’alfabeto Braille, proprio nel giorno di nascita del suo inventore. Nato in Francia nel 1809, Louis Braille perse la vista a causa di un incidente. Frequentò l’Istituto dei Ciechi di Parigi, una tra le prime scuole per non vedenti, fondata da Valentin Haüy.
L’istituto permetteva agli alunni di imparare piccoli mestieri e di apprendere a leggere tramite il metodo Haüy. Il metodo in questione era rudimentale, ma a suo modo efficace: gli alunni potevano fare uso delle dita per riconoscere le lettere su un foglio, messe in rilievo grazie a un filo di rame.
Ma fu l’introduzione sperimentale, presso l’istituto, della “scrittura notturna” di Charles Barbier a portare alla svolta di Braille. Messa a punto per favorire gli scambi di comunicazione tra soldati, in condizione di scarsa luminosità, la scrittura secondo il metodo Barbier si basava su un codice tattile e utilizzava una combinazione di dodici punti in rilievo per individuare i suoni delle parole.
Il giovanissimo Braille colse la novità del metodo Barbier e mise a punto il suo codice alfabetico che sfrutta la combinazione di sei pallini in rilievo, disposti in un rettangolo ideale, la stessa area che occuperebbe un polpastrello.
Purtroppo, nonostante l’ingegnosità del metodo, l’alfabeto Braille non fu subito ben accolto dalla comunità degli insegnanti. Fu approvato dal governo francese solo nel 1854 e Braille era già morto da due anni. Tuttavia, nel 1858 al Congresso Mondiale per i Ciechi, buona parte dei Paesi d’Europa accolse l’alfabeto Braille come sistema di riferimento per la lettura e la scrittura per ipovedenti e non vedenti.
L’importanza dell’alfabeto Braille
Nel mondo ci sono ben 36 milioni di persone che vivono in uno stato di cecità totale. Per queste persone, l’utilizzo dell’alfabeto Braille rappresenta un’ancora di salvezza: il primo dei modi possibili per ricevere un’istruzione, vivere in autonomia e integrarsi nella società.
L’opera di Braille è stata senza dubbio quella che oggi definiremmo un’azione concreta in favore dell’inclusività. Eppure, la disabilità che deriva dalla cecità non è così semplice da gestire e il sopraggiungere della pandemia da Covid-19 ha portato un po’ di nodi al pettine, come segnalato dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Dal mondo, però, giungono anche delle novità molto interessanti e davvero molto inclusive. Ad esempio, va segnalata la nascita del cosiddetto Braille Neue.
Ideato dal designer giapponese Kosuke Takahashi, il Braille Neue è un font che integra il codice alfabetico e il codice Braille. In questo modo, è possibile dare a tutti la possibilità di leggere, anche quando i testi devono occupare uno spazio ristretto – come accade per le targhe, le tabelle illustrative e così via.
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